Giorgia Meloni e la libertà delle donne di fare schifo

Giorgia Meloni con la scritta libere di fare schifo

Annuso l’aria fresca di settembre e penso a tutto quello che arriverà in un periodo che per molti è rivoluzione e buoni propositi, se non proprio un diario da riempire, raccontando una nuova avventura vissuta tra i banchi di scuola. Quest’anno, poi, in Italia saremo anche benedetti dalle elezioni e questo aggiunge un brio al fermento che l’autunno porta con sé, consacrandolo come un periodo di analisi e cambiamento.

Potremmo avere Giorgia Meloni premier e questa scopro essere una sconfitta per le donne in quanto tali e non invece, al limite, per quella parte di popolazione che dopotutto quella fiammella birichina sul simbolo dei Fratelli d’Italia, proprio non la vorrebbe. No, certamente non una sconfitta per coloro che avrebbero preferito accompagnare alla porta quell’aspetto della nostra cultura, il fascismo, quella macchiolina che continua a spuntare da sotto al tappeto come l’albero di Natale dallo sgabuzzino, quasi fosse, al suo pari, una tradizione dopotutto ancora nostra, animosa dentro le nostre radici. No, nemmeno.

Se Giorgia Meloni salirà al potere la sconfitta sarà delle donne. Tutte, a prescindere, e questo lo dicono le donne legate alla sinistra, anticipate di poco dagli uomini che vogliono spiegarci cosa sta succedendo e cosa dovremmo pensare e provare, perdinci bacco.  

Hillary Clinton questa popolare presa di posizione non la sapeva, così quando le hanno chiesto di Giorgia Meloni ha ammesso di non conoscere la leader di Fratelli d’Italia ma a domanda ha risposto, dicendo che la notizia di una possibile premier donna, in Italia, sarebbe stata comunque auspicabile di per sé, per questioni di rappresentanza, che non averne avuta nemmeno una dall’inizio della Repubblica un po’ di tristezza dovrebbe farcela. Che diciamolo, gli USA hanno preferito Trump – Trump! – ad una donna ma nel frattempo esempi di rappresentanza femminile nel mondo c’erano e non per nulla il Regno Unito ha appena nominato la sua terza premier donna, non una preziosa gemma ma una che in quanto a ridicolo nulla ha da invidiare ai suoi predecessori, non a Boris Johnson e neppure a Theresa May o alla particolarmente discussa Thatcher.

In Italia niente invece. In un mare di politici improbabili che tanto hanno saputo regalare al paese in termini di vergogna, quella giusta, di donna, non c’era mai per un ruolo da presidentessa del consiglio. Non era plausibile, donne papabili, ovvero giudicate all’altezza del ruolo, niente e soprattutto non per la sinistra.

Così mentre guardavo salire al potere l’improbabile Liz Truss a gestire il macello lasciato dall’altrettanto improbabile Boris Johnson, ho riflettuto ancora una volta su due aspetti che trovo necessario esplorare ora che Giorgia Meloni potrebbe divenire la nostra prima premier donna.

Il primo aspetto è che è vero, stiamo riportando il fascismo al comando ma non è proprio che questa sia una grande novità. Giorgio Almirante diede una ripulita al nome del partito per raccontarlo come destra italiana ma le radici quelle erano. Fu capo di gabinetto al “Ministero della Cultura Popolare”, come a dire che era pop, dopotutto, avere uno così a rappresentare il popolo ed il suo volere. E mi direte che è storia vecchia quella sua fiammella sul simbolo del MSI e sono vecchi pure gli anni Settanta con le loro stragi ma magari qualcuno ricorderà invece i 13 partiti di stampo neofascista creati nelle ultime due decadi. Ecco, mi domando, non sarà che questo fascismo non ci ha mai lasciati veramente? Voi siete veramente stupiti di vedervelo al potere dopo anni di capri espiatori urlati in TV per giustificare l’incapacità nel muovere gli ingranaggi di una Italia paralizzata e dannata? Sono stati li zingheri, no?

Il secondo aspetto è che mi spiace dirlo ma lo scandalo di Giorgia Meloni premier io proprio non lo vedo se lo sgomento deve derivarmi dal fatto che è nata donna come lo sono nata io. Non vedo che colpa dovrei tirarmi addosso e perché dovrei tirarmi i capelli se una di noi è arrivata all’apice.

Non è una femminista quindi non proprio una vittoria per chi scrive, non è una persona coerente poiché vuole imporre i dogmi cristiani solo quando non riguardano lei e, se vogliamo abbandonare il gioco delle negazioni, diciamo pure che è una neofascista che spinge il suo credo in un Paese che dovrebbe essere Laico come da costituzione ma mai nei fatti. Aggiungiamoci pure che è il volto di una politica che vuole discriminare ulteriormente le minoranze, impedire il cambiamento e che potrebbe pure stracciare i diritti fin qui acquisiti con grande fatica.

È tutto assolutamente vero e terribile mavuole in pratica, questa Giorgia Meloni, le stesse cose che vorrebbero tanti altri nel suo partito e nei partiti vicino al suo. Per diversi aspetti mi ricorda, per esempio, il pensiero di Matteo Salvini quando prende in mano il rosario o indossa la maglietta di un dittatore che nel cuore porta la Madonna. Solo che non credo di aver sentito alcun rappresentante dello stesso sesso di Matteo Salvini dire: “Mi vergogno come uomo di Matteo Salvini al potere”. Frase che, al contrario, ho letto e sentito pronunciare parecchio da quando premier potrebbe diventarlo Giorgia Meloni.

Non ho mai sentito dire che un uomo al potere equivalga, di fatto, ad un auto-goal per tutti coloro che in quel sesso si riconoscono.  

Mi chiedo allora, non è questo sempre un double standard? Non stiamo chiedendo di più alle donne solo perché tali? Non stiamo spingendo loro a giocare secondo le regole dello scrutinio e dell’approvazione, mentre sullo sfondo gli uomini continuano a correre e spintonarsi mentre salgono la scalata?

I premier di sesso maschili avuti fino ad ora erano tutti moralmente superiori a Giorgia Meloni? Nessuno ha mai avuto a che fare con la mafia? Nessuno è mai scappato all’estero? Nessuno è stato coinvolto in uno scandalo sessuale? Nessuno ha mai corrotto chi aveva attorno? Nessuno ci ha mai messo in ginocchio o fatto vergognare? Io qualche fatto eclatante lo ricordo con uomini al potere come protagonisti e dopotutto sono stati gli unici fino ad ora ad arrivare alla carica di presidente del consiglio, ma non per questo vietiamo loro di continuare a candidarsi per… salvare il buon nome degli altri maschi.

Spero che Giorgia Meloni non arrivi mai al potere e neppure la sua cricca ma io sia dannata se mi verrà mai di chiedere alle donne di essere migliori degli uomini o, come alternativa, di non essere affatto. Chiedere alle donne di fare meglio o di fare di più non credo differisca tanto dalla narrazione di Santa o Puttana e dal nostro giudicarle comunque, in entrambi i casi, come mancanti di qualcosa, sbagliate. Tana.

Non saremo libere veramente finche’ non lo saremo anche di fare schifo.

Esattamente come gli uomini, alcuni di questi passati e visti proprio seduti sulle seggiole del potere, ad insegnare agli altri che quel sogno – fare schifo e farla anche franca – era dopotutto possibile.

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