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La porta di casa l’ho chiusa che in bocca avevo lacrime e sapore di Amarone ed ho pensato “Ma andatevene tutti a fanculo”.

Atterrata a Melbourne cantavo e ballavo.
E non ho più smesso di farlo, finché ero lí.

La nostalgia c’era, ma vai a spiegare cosa succede al tuo cervello quando sa che tornare indietro costa migliaia di dollari e quasi due giorni di volo.
La mia idea è che alla fine la mente in qualche modo digerisce il tutto e quella pappetta di nozioni la serve finalmente al cuore.

Che batte, perde un colpo ogni tanto, ma si rassegna.

Sì mi mancavano tutti, ma mai avrei pensato di tornare in Italia e men che meno di spendere i soldi che faticosamente guadagnavo per un viaggio.
Avevo cosí tanto da fare lí.

Poi c’è stata l’Europa ed in un attimo sono passati più di tre anni da che ho lasciato l’Italia.

Convinta, sempre.
Combattente.

Sono arrivate le soddisfazioni, quelle che speravo, sono arrivate le cose che volevo e si sono messe in fila come per salutarmi durante una corsa impegnativa.

Sono passati tre anni, vivo la vita che sognavo anche se non esattamente dove avrei pensato o voluto.
Sono diventata quella che va all’estero e può permettersi di dare consigli, di imbeccare e raccontare.

Atterro su Roma per un saluto che dura due settimane, mi brucio le ferie ed i soldi, tanto per cambiare.
Anche se ora, sempre grazie alle mie di scelte, posso permettermelo senza troppe ansie.

Mi immergo nel brutto delle cose che mal sopportavo e devo avere a che fare con situazioni che meglio a 2000 miglia.

Ma c’è il sole, c’è il cuore, ci sono le cose di sempre e le persone che passano e non saranno per sempre.

Mio marito aiuta mio fratello a costruire il nuovo bagno ed io pulisco casa mentre mia cognata ed i bambini sono fuori.
La sera ceniamo di fronte al BBQ, non ridiamo solamente, a volte discutiamo ma la vita é cosí, solo la distanza rende tutti i ricordi un idillio.
Se potessi scegliere vorrei comunque la quotidianitá per noi.

E’ proprio quello che vorrei, quando sogno la mia prossima casa, quella grande con il giardino, quella che potrá ospitare tutti, quella che spero tutti i miei cari potranno vivere e vedere.
Quella nella quale, intendiamoci, saremo perlopiú io e mio marito e gli amici che ci faremo nella nostra prossima e forse definitiva destinazione.

Sull’aereo, tornando a casa, sto male perché so che torneró sí ma tra 7 mesi.

E penso.

Ho sbagliato?

Le cose che voglio per me l’Italia non puó darmele, oggi.

Mi immagino peró a credere che un giorno potrei tornare, dopotutto, da vecchietta e godermi il cibo ed il sole.
Ma sarebbe troppo tardi.
Sarei fuori tempo, credo.

Tutto é giá cambiato e quello non é il mio posto per quanto mi manchi o faccia male.

Di nuovo.

Serena, Scozia

1 Comment

  1. […] Due volte, ma in quel caso il pensiero era ben diverso, quando realizzai che con il mio lavoro sarei potuta rimanere in Italia a godermi l’estate ancora per un po’, che lavorando da remoto, dal computer, la mia location non avrebbe fatto […]

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