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Melbourne By Night

Questa storia comincia con una serie di calci nel sedere, immaginati, percepiti e ricevuti in quella che era casa mia: l’Italia.

Un contratto a tempo indeterminato che diventa carta da cesso appena tornata dal viaggio di nozze.
Un concorso pubblico che hai praticamente vinto e che viene bloccato, ironia della sorte, a tempo indeterminato.
Una battaglia legale interminabile.
Problemi.
Soluzioni, toppe, giri su giri.
Ancora problemi.
Una laurea lasciata a marcire nel cassetto.
Una vita fatta di 60 ore di lavoro settimanale, il suo, di straordinari e di stanchezza.
Tantissime fregature.
Tre disgrazie una dietro all’altra: essere donna, avere 30 anni compiuti ed essere sposata.
Ritrovarsi per questi motivi tagliata fuori del mondo del lavoro, ripudiata e messa da parte.
Tanta frustrazione, la sensazione di avere sempre la testa sotto l’acqua e di non poter respirare se non per brevi momenti.
Una vita di devo, ben pochi voglio.
Tante ingiustizie.
Tanto tempo perso dietro al niente.

Ma anche una casa bellissima e nostra, un mutuo che ancora riesci a pagare ed un lavoro pubblico, il suo.
Anche la fortuna di abitare dietro ai nonni, a due passi da dove vi siete iniziati ad amare, a dove siete entrambi cresciuti.
Dove ti eri sempre immaginata.
La bellezza di veder giocare i nipotini e di trascorrere le serate in famiglia, di poter contare sugli amici di sempre per due chiacchiere davanti ad un caffè.
L’abitudine di poter essere chi sei, coccolata nel tuo mondo personale fatto di visi noti, luoghi cari e affetti.
Di marche di prodotti e supermercati sotto casa, di cassiere antipatiche, sushi e pizza al taglio.
Di assistenza sanitaria.
La meravigliosa consapevolezza di essere padrona della tua lingua, delle regole del tuo paese.
Sicura e autonoma.

Due facce della stessa vita.

Metti la tua storia su una bilancia e la razionalità ha un peso, sbilancia i tuoi desideri e rende vane le tue ambizioni.
Finché un giorno non ce la fai più e ti ritrovi contro tutti e tutto ad urlare che sarai tu il cambiamento che vuoi vedere nella tua vita.
Non vuoi sprecare altro tempo, non ne hai.
Accanto a te, accanto a me, hai la fortuna di avere un uomo speciale, ricco di spirito, amore e di intelletto.
Può bastare per buttarsi nel vuoto, stretti.

Questa storia la voglio raccontare dalla fine, da dove sono ora.

Il 2 Luglio 2014 siamo atterrati dall’altra parte del mondo.
Ad accoglierci una notte fredda, luci brillanti e silenzio.
Pensieri, tanti.

Sono passati 3 mesi ed io sono qui che scrivo dal mio micro-appartamento in Flinders Street, il cuore di Melbourne, Australia.
Mio marito dorme perché sono quasi le due di notte, mentre io scrivo dalla micro-scrivania e vorrei mostrarvi la nostra casa, una stanza con letto double, micro-armadio, micro-tavolo e micro-cucina.
In questo idillio il forno non e’ previsto così come manca la lucetta nel minuscolo frigorifero sotto-top.
Nel bagno, manco a dirlo, non c’e’ ombra di bidet.

Potrebbe sembrare un incubo se dovessimo pensare alle comodità materiali che abbiamo lasciato alle nostre spalle.
Non lo e’!

Vorrei urlarlo.
Viviamo a Melbourne!
Noi, proprio noi, stiamo vivendo questa avventura dopo averla progettata per un anno intero.
Dopo tanto tempo ci sentiamo vivi, felici di aver scelto questa strada e di averlo fatto solo per noi, solo per stare bene.
Sperando e credendo, per la prima volta, in un futuro diverso.
Tutto da scrivere, tutto nostro.

Spaventoso, incerto ma aperto ad ogni tipo di finale, ad ogni possibile percorso.

Aver scelto.
Di vivere a Melbourne, eletta come Miglior Citta’ al Mondo per il quarto anno consecutivo!
Dove le strade sono pulite, dritte e senza una buca ed i mezzi pubblici incredibilmente precisi e puntuali.
Melbourne, dove la gente sorride perché essere piacevoli che cosa costa?
Nella notte si accendono le luci che incorniciano ed esaltano il luogo in cui hai deciso di tentare l’improbabile.
Si’, ok, la frutta costa quando un bracciale da Tiffany ma dopotutto non hai sempre sognato di andare avanti a ramen e tower sushi?
Non ho piu’ dovuto fare una fila alla posta ne’ alla banca, ma soprattutto ho visto integrazione, tolleranza e rispetto.

Mi sono sentita una donna civile in un paese civile.

E’ settembre mentre scrivo, sono passati solo 3 mesi dal nostro arrivo e dopo meno di 30 giorni stavamo entrambi lavorando.
Abbiamo dovuto ricominciare da capo, non siamo cittadini ma ospiti.
Non e’ facile.
Non e’ niente scontato.
Stiamo re-imparando a parlare, a conoscere le strade, a distinguere i sapori.
Siamo così soli, così lontani da tutto.
Le nostre gambe tremano, il respiro ogni tanto si ferma, la testa non riesce a mettere in ordine la gran confusione.
Non sappiamo ancora cosa ci riserverà il futuro.
Sappiamo solo che ne sta valendo la pena.

Cosa fare allo scadere del visto?
Rimarremo qui, andremo in Canada o torneremo in Europa?

Abbiamo intenzione di scrivere la nostra vita con i nostri colori, questa volta, facendo in modo che ci calzi a pennello.

Pensavamo che il difficile fosse decidere di andar via.
Non e’ così.

E questo e’ il bello.
Serena, Melbourne

17 Comments

  1. Fra

    Non sempre si è o si è trovato dove si volev ma credo che basti essere felici

    1. trentazero

      Devi sapere quello che vuoi e cercare di ottenerlo, poi le piccole cose belle aiutano certamente. 🙂

  2. viaggiaconyley

    Che parole! Mi hai emozionato perchè la prima parte è un pò quello che sto vivendo io oggi, non ho deciso di trasferirmi ma di cercare di realizzarmi in quello che cerco di fare al meglio e incrocio le dita!!!

    1. deborah

      Anche io spesso mi sono posta la domanda, parto o non parto, per adesso sono rimasta in Italia, io purtroppo sono legata alla famiglia, ma comunque è dura andare avanti in questo paese, dove ti vengono negati i diritti, e purtroppo credo che si andrà sempre peggio.

      1. trentazero

        E’ una decisione tanto personale, io sono molto contenta delle cose successe in questi anni, sembra che tutto vada molto velocemente quando sei fuori, in Italia mi sembrava non cambiasse mai nulla… 🙁

    2. trentazero

      Incrocio le dita per te, quando hai in mente un obiettivo devi provare a conseguirlo. 🙂

  3. Stefania Bezzoli
    Stefania Bezzoli

    Ciao Sena, mi permetto di darti del tu. Hai avuto quel coraggio che è mancato a me a noi, causa problemi di salute e un brutto lutto. Con il pensiero e la voglia di andare via da qui dall”Italia e da tutto per ricominciare a viveRe. Steania

    1. trentazero

      Vi auguro di poter trovare bellezza e benessere anche dove siete rimasti. 🙂

  4. Maggie (@AnyColourULike1)

    sicuramente avete avuto un gran coraggio ma avete fatto la scelta giusta, la scelta che avrei fatto anch’io se avessi avuto un “lui” che mi tenesse la mano in questo salto nel buio. lo so, non devo scaricare la responsabilità di questo mio mancato coraggio ad altri, ma farlo da sola, ed essere donna, è stato un grosso freno

    1. trentazero

      Nessuno mi togliera’ dalla mente che in due sia piu’ facile, per questo ammiro tanto chi parte da solo. 🙂

  5. Flabulous Way

    Che emozione leggerti anche noi abbiamo vissuto per un periodo non in Italia, ci vuole coraggio tanto ma poi appena ti lanci ti accorgi che cadi all’insù ed è una bellissima sensazione!!!

  6. Flabulous Way

    Ci hai fatto emozionare, il desiderio di una vita migliore non dovrebbe essere un sogno ma un diritto! Purtroppo nel nostro paese sta diventando un’utopia, quindi che dirti avete fatto bene! Buona vita!

  7. coolclosets

    complimenti
    scegliere è una forma di grinta e di coraggio, brava

  8. Martina Bressan

    Bellissimo articolo. Capisco le difficoltà che hai affrontato di ritorno dal tuo viaggio di nozze.. interessante questo articolo e utile anche per tutte le persone che stanno pensando un cambio di vita !

    1. trentazero

      Grazie.:)

  9. […] film!) ed una serie di complimenti per come eravamo vestiti. Sì, pure a New York city.Tornata a Roma mi aspettavano fantasmi insopportabili dai quali volevo scappare e quel tran-tran fatto di persone […]

  10. […] posso dire che sia stato proprio facile emigrare ma spesso ho sentito di essere avvantaggiata rispetto ad altri: senza alcun merito e per il solo […]

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