Io in Scozia non ci volevo venire ma quando cercavo qualcosa a cui appigliarmi, spesso mi veniva in mente Riru, una ragazza che viveva a Glasgow e che qui scriveva un blog. La vita è strana perchè alla fine siamo diventate amiche e in questo post ci racconta come il 2020 sia stato per lei un’occasione per fermarsi, ascoltarsi e ricominciare.
Ciao Riru, raccontaci di te: cosa ti ha portato in Scozia? Pensavi di rimanere quando sei arrivata qui?
Sono venuta per la prima volta a Glasgow nel 2004 in Erasmus: un viaggio di sei mesi per studiare all’università. Non sapevo che un giorno avrei vissuto qui!
Come sono andati i primi anni e come hai ricominciato qui?
A Glasgow ho fatto tante cose: sono stata studente universitaria (2004), ho insegnato italiano come assistente di lingua straniera tramite il concorso del Miur (2006), ho fatto la cameriera in un ristorante italiano (2007). Dopo un ritorno in Italia e una tappa a Berlino, nel 2011 sono tornata a Glasgow per restare. Ricordo che mandavo i curriculum dall’Italia e un recruiter mi disse: ricandidati quando sei in Scozia. Forse adesso sarebbe più semplice candidarsi a distanza e organizzare tutto con una video chiamata. Alla fine, ero venuta a Glasgow e avevo trovato lavoro in un call center (o center call, come lo chiamava la mia mamma) dopo circa un mese, visto che cercavano una persona che parlasse italiano. Ho lavorato per la stessa azienda per otto anni, cambiando ruolo dopo due anni e iniziando a lavorare come account manager.
Il 2020 è stato un anno tormentato ma per te anche un periodo di rinascita professionale, come mai hai deciso di metterti in proprio?
Ho approfittato delle circostanze: la mia azienda ha chiuso e invece di cercare subito un altro lavoro ho deciso di investire in un progetto di illustrazioni personalizzate, a cui lavoravo già nel tempo libero. Che strano: era cambiato il mio mondo e nel frattempo era cambiato anche il mondo con l’arrivo del virus. Il 2020 è stato certamente un anno di nuovi inizi.
Raccontaci il tuo business, di cosa ti occupi?
Il mio progetto si chiama Biograffiti: disegno biografie. Ogni disegno è fatto a mano libera direttamente ad inchiostro, senza bozze. Il risultato è un intricato mosaico di storie e luoghi, da regalare o regalarsi per un’occasione speciale. Visto che i lavori originali richiedono molto tempo, ho aggiunto al mio sito anche stampe pronte, di stile un po’ surreale e minimalista, e stampe nascita facilmente personalizzabili. Di solito faccio tutto in bianco e nero, le stampe nascita sono le uniche a colori per il momento.
Come è nata l’idea di Biograffiti?
Credo Biograffiti sia il punto di incontro di una serie di passioni: amo la letteratura, sono un’ottima ascoltatrice, sono curiosa e mi piace da sempre scoprire le storie degli altri. Ho iniziato a immaginare un disegno che potesse raccogliere tutti questi elementi: in ogni disegno c’è una trama, c’è una vita, è come un libro senza parole. Il disegno è una cosa che si impara: non sono bravissima di natura, se dovessi disegnarti una mucca così su due piedi, sarebbe più cubista che realista.
Quale è stata la tua soddisfazione più grande? Quale la tua paura?
Ogni disegno Biograffiti è un salto di fede, chi lo commissiona non sa come sarà: il fatto che persone sconosciute mi abbiano affidato la loro storia e anche il loro denaro, è per me una soddisfazione incredibile, così come sapere che il risultato finale è stato amato e ora si trova in una casa lontana da me, in un’altra vita. È una cosa affascinante e magica. La mia paura è quotidiana ed è quella di ogni imprenditore: non farcela. Il mio successo dipende dalla mia capacità di condividere con gli altri la mia visione, di renderli partecipi e sperare che guardando Biograffiti vedano qualcosa: per la natura di questi disegni così ricchi di particolari minuti, i social media e lo scroll frenetico sono un mezzo di condivisione non ideale. La mia paura è quella di non riuscire ad attaccare meraviglia: se nessuno compra i miei prodotti, non c’è un futuro per questo business.
B/W e geometrie Quadretti pronti Biograffiti: storie uniche
È semplice lavorare in proprio in Scozia?
Sì, è molto semplice. Si inizia come sole trader, si richiede l’iscrizione online molto velocemente, a fine anno si deve fare una dichiarazione dei redditi online.
Quale consiglio daresti a chi vorrebbe lavorare come libero professionista in Scozia?
Consultarsi con qualcuno che sa come funziona: io ho parlato con un consulente del lavoro per avere chiarimenti fiscali (organizzato dalla mia ex azienda). Ci sono degli enti che offrono consulenze e aiuto gratuito ai piccoli business, come Business Gateaway East Renfrewshire. Consiglio di avere un po’ di soldi da parte per non andare nel panico se le cose non ingranano subito: ci vuole tempo.
Dove possiamo trovarti per vedere i tuoi lavori? Sai, è quasi Natale…
Ho appena rifatto i miei siti, migrando da Squarespace a Shopify. Eccoli: www.biograffiti.it in italiano e www.biograffiti.co.uk in inglese. Sono su Instagram come e su Facebook.
Spero che questa nuova intervista di “donne che ricominciano nel Regno Unito” vi sia piaciute, vi aspetto nei commenti, su YouTube, Facebook, Instagram e forse persino Tik Tok.
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