Se c’è un periodo folle per le poste britanniche è il Natale, quando tutti si mettono in fila per spedire cards e regali. Così mi sono trovata davanti questa coppia con quattro pacchi giganteschi, uno di questi da mandare a Miami, America, dove viveva il figlio.
L’impiegato della posta è un signore per bene e giuro sembrava aver paura di dire quanto avrebbero pagato per far arrivare quel regalo ma a loro due non poteva importare di meno dei soldi. Volevano solo accertarsi che il pacco arrivasse in tempo per essere scartato a Natale.
Prima di partire non avrei compreso quella scelta economicamente svantaggiosa, perché è ovvio, comprando su Amazon USA avrebbero risparmiato tanto, no? E non per nulla venti anni fa non capivo la zia americana di mio marito, quella che sceglieva per lui maglioni con fantasie da boscaiolo e in taglie tutte sbagliate. Del nipote non poteva conoscere i gusti ma neanche la fisionomia, poiché quella distanza all’epoca sembrava incolmabile e non c’erano le foto da spedirsi su WhatsApp come oggi.
Oggi, che la capisco e comprendo come prima non avevo i mezzi per fare.
Mentre vivi all’estero pensi a chi hai lontano ma tieni nel cuore, li vedi nei negozi, per le strade, sai quale ristorante potrebbe piacer loro, quale dolce o piatto tipico. Quando li ami immagini di averli nella tua quotidianità, e a volte cedi e quel qualcosa che te li ricordava lo compri per davvero e metti da parte, attendendo la prossima occasione.
Così faceva Liliana Nechita, l’autrice di Ciliegie Amare, una donna venuta in Italia per lavorare come badante e mandare i soldi a casa e con un nipotino appena nato in Romania che sarebbe poi cresciuto senza di lei. Così facevo anche io in Australia, quando ero veramente lontana e tornare nello stivale per un saluto una impresa impossibile.
In quei meravigliosi giorni Down Under per Pasqua preparai un pacco che mi costò, a memoria, 300 dollari solo di spedizione. Io di quel viaggio alla posta ricordo solo il peso dolce nel cuore, pensando ad ogni regalo chiuso dentro la scatola. Era una spedizione internazionale con un prezzo da capogiro che impiegó un mese per arrivare ai miei. Eppure, non riuscivo a smettere di comprare pensieri, il prezzo del pacco non mi fermava.
“Sei una nipote stupenda”, mi disse poi mio nonno al telefono, scartando le monete australiane da aggiungere alla sua collezione ed io che me ne ero andata tra le lacrime di tutti, finalmente un poco mi ci sentii di nuovo, una brava nipote.
Ho un grande amore per questo tipo di pensieri e sono stata abbastanza fortunata da ricevere due pacchi da sogno prima della Brexit, uno persino con le verdure ancora fresche dentro, ma poi è diventato tutto difficile. Preferisco ancora scegliere con mano quello che dono ma i servizi online si sono fatti così più efficienti per noi italiani all’estero e usufruirne semplice.
A Pasqua scorsa collaborai con Vico Food Box, ricevendo un pacco da giù pieno di cose buone e ricordo il messaggio che mi spedì M., una mamma che ha sua figlia in UK. Mi disse che le avrebbe spedito lo stesso pacco, perché sua figlia quella epifania non sarebbe potuta scendere ed in qualche modo lei le voleva far arrivare i sapori di casa.
Quest’anno Vico Food Box mi ha mandato un altro pacco, sempre in regalo, ma questa volta natalizio, e mentre lo aprivo mi sono sentita così benedetta all’idea di andare in Italia per le feste che quello che ho ricevuto ho voluto dividerlo. Ho approfittato di un evento di Italiani all’Estero qui a Edimburgo per fare una estrazione, così a qualcuno è capitato un bacio perugina, ad altri la tombola e poi il torrone.
Mi sembrava più giusto così.
Credo che questo racconti molto la nostra italianità, dove il cibo nostro per molti è tavolate e unione, il Natale un via vai di amici e parenti tra risate, cenoni e risate.
Ci ho pensato un po’ e non è così per tutti i popoli, siamo davvero fortunati ad essere nati Italiani.
[Vico Food Box mi ha dato un codice sconto di 5 euro spendibile sul loro sito. Il codice è FACCIAMOCOMECIPARE e non è un codice affiliato.]