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E la chiamano estate…

Il 30 giugno ho lasciato la mia casa Australiana tra le lacrime, piegata in due per il dolore,  ma con una fiducia nel cuore che non saprei spiegarvi.

Sono arrivata ad Aberdeen il 16 di Luglio e l’Australia mi è sembrata da subito qualcosa di lontano, un’esperienza onirica, una vita fa.
Avevo scritto un post che, ve lo confesso, si intitolava “Quando sei Sola e Sfigata (ed altre cose dell’espatrio che non ti dicono)”, perché volevo raccontarvi di questo nuovo inizio e dello sconforto che ha portato con sè.
Rileggendolo a tre mesi di distanza non sono riuscita a pubblicarlo perché non sono più io quella persona, non mi ci sento più in alcun modo e quella tristezza posso solo che accennarvela, per mero dovere di cronaca.

Vi avrei parlato di quel giorno di Luglio sorvolando il Regno Unito, dell’emozione nella pancia e dello schiaffo preso appena atterrata.
Era luglio, estate, indossavo una felpa dopo due giorni di volo, ma non bastava a scaldarmi, gelavo e tremavo.
Pioveva incessantemente, tirava un vento che mai scorderò ed il tassista disse “Benvenuta in Scozia”, stracciandomi entusiasmo e cuore in mille pezzi.
Ero pronta al freddo, sapevo che sarei andata a vivere in Scozia, ma non pensavo ad una estate così fredda.
Il sole è sempre stato il mio nutrimento.

Vi avrei raccontato dei primi giorni, da sola, veramente tanto da sola.
Mi ero scordata cosa volesse dire ricominciare e sentivo forte la nostalgia dei miei posti australiani, dei miei amici lasciati a 24 ore di volo, di quelli italiani che contano e mancano sempre di più giorno dopo giorno.
Ho sbattuto la porta dopo una lite e mi sono resa conto di non avere alcun posto in cui andare, essere accolta, nessuna persona con cui parlare di me.

Vi avrei fatto tenere in mano il piccolo peso del mio portafoglio, pieno di tessere fedeltà che raccontavano la mia bella vita australiana.
Quanti giorni ho aspettato per tirarle via?
E’ stato un dolore assurdo metter da parte ogni piccolo pezzo di plastica e sapere che non sarà più quella la mia vita, per un bel pò, per quattro lunghi anni.
Mettendo a tacere quella voce, crudele ma vera, che dice che la vita ha più fantasia di noi.

Vi avrei mostrato il mio fianco scoperto per dirvi che qui sono stata male i primi giorni e che non sempre l’espatrio è entusiasmo e scoperta.
Non sempre puoi trovare la meraviglia.

Un post decisamente ombroso, non trovate?

E’ stata dura.
Per la prima volta vivo in una piccola città.
Città che viene chiamata, non a caso, Silver City.
Con un cielo spesso cupo che si fonde con l’asfalto e sembra tutt’uno con il granito che caratterizza tutti, tutti, i palazzi del centro.

Aberdeen, una città che sta facendo di tutto per farsi amare da me.
Ma è stata dura perchè avevo trovato il mio posto nel mondo.
Il mio Paese, la mia Melbourne.

Quel post ombroso l’avevo sentito molto mentre lo scrivevo, ma l’avevo fatto per quella me che non c’è più e per tutti coloro che, come me allora, stanno vivendo in un posto che non fa per loro in alcun modo.
Per dirvi che vi capisco e vi sono solidale.
In tanti vi chiederanno di non lamentarvi perché fa brutto e forse hanno ragione.
Ma non è tacendo che starete meglio, anzi.

State però certi che aprendo, un poco alla volta, occhi, mente e cuore potrete trovare delle piccole cose positive dappertutto.
E’ questa la mia convinzione o almeno la mia storia fino a qui.

Scrivo a ridosso di Ottobre e la mia vita è completamente cambiata, sì, questo è vero.
Per tanti aspetti è cambiata in meglio e per i restanti sarà solo un gioco di pazienza e tenacia, ve lo assicuro.
E’ finito il momento di piangersi addosso, è stato archiviato lo shock culturale e sono ancora qui.
Motivata, arricchita da questa nuova esperienza che sta cominciando e decisamente più forte, orgogliosa e consapevole.

Grata alla Scozia per quello che mi sta regalando: la possibilità di lavorare senza alcun problema di visto, di mantenermi, di avere una casa bella e grande e soprattutto di studiare, gratuitamente, nell’Università migliore che potessi trovare.

Ho un obiettivo bellissimo davanti agli occhi.
Una laurea in una materia pazzesca e poi, di nuovo, la mia terra rossa ed un passaporto con il canguro sopra.

Serena, Scozia

4 Comments

  1. […] un buon lavoro ad Edimburgo. Se non fosse stato per l’università però non sarei durata qui ad Aberdeen, non è il mio posto nel mondo ed ho trovato monotone tante delle mie giornate in questa città: […]

  2. […] posso dire che sono invece quasi passati quattro anni e va bene così per davvero. Torneremo ad Aberdeen per finire l’Università, ci godremo gli ultimi 8 mesi lì e saremo poi liberi, con […]

  3. […] mi sono trasferita, sono arrivata il 16 Luglio del 2015 e mi ha accolto un freddo che mai dimenticherò, con una pioggia che tagliava il viso come lame. Ho […]

  4. […] ci portava a Bali e poi da Bali a Londra, che su quello che mi avrebbe portato ad Aberdeen mi sentivo carica come una molla e finalmente […]

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