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Succede che di tanto in tanto in Italia le cose vadano in un certo modo, qualcosa che va storto, qualcuno che sta poco bene o qualcun altro che passa un brutto momento.
E tu non ci sei perché hai scelto di vivere da un’altra parte.
Ci provi, ma comunque vada ti senti di poter far poco.

Qualche volta capita di aver paura dello squillo del telefono, di sentire una certa notizia, di non ricevere immediatamente una risposta ad un messaggio su WhatsApp, di essere tenuti all’oscuro.
Qualche volta immagino di sentir pronunciare certe parole orrende, così per telefono e poi di sentir piangere dall’altro capo.
Succede e non devo certo stare a spiegarlo qui, in mezzo alle persone che ci sono passate e capiscono.

Ho un desiderio.

Vorrei vivere in una città collegata con l’Italia da un unico volo, da uno diretto.
Che non ne posso più di dover aspettare le coincidenze e perdere così tanto tempo, quando il tempo è invece tanto prezioso.

Questo biglietto, preso con così poco preavviso, quasi mi scotta in mano e pesa, come tutte le volte che parti con dei pensieri.
Quando sai che dovrai affrontare quasi 10 ore di viaggio perché sì, questa è Aberdeen, così vicina eppure così mal collegata con tutto quello che vorresti.

E’ il mio primo biglietto preso all’improvviso, probabilmente il primo di una lunga serie, che mi scombussola i piani, mi incasina gli incastri e mi mette su un aereo in direzione dei miei pensieri più brutti.

Nel mondo le low cost pubblicizzano voli a meno di 50 euro ed invece eccoci qua, a partire da un pezzo di Scozia che pochi conoscono e ancor meno ci vivono. Dove un biglietto aereo costa sempre tanto, se poi lo prendi all’improvviso, diventa una rata di mutuo, che del resto non hai.

Dover partire all’improvviso.
Quell’improvviso che conoscono bene tutti quelli che vivono lontani, quelli che sobbalzano quando il telefono squilla in orari insoliti, quelli che di notte non dormono per i pensieri.

Quelli che per amore di chi è rimasto rinunciano ad andare altrove, agli impegni e alle ferie, rinunciano a tutto, pur di avere tempo, pur di fare in tempo.

Avevamo già preso i biglietti per fine mese – per la partenza intelligente – ma niente, la vita non può aspettare e lo sappiamo tutti, non vi sto raccontando niente di nuovo.

Tu te ne sei andata, sei tu che devi tornare e questo è vero, tutto assolutamente vero e regolare.
Io me ne sono andata ed il fulcro dei miei affetti è rimasto in Italia e questo non cambierà mai. Con questo peso, con queste paure, devo e dovrò far i conti per tutta la vita.

A quanto pare, però, sono quella che se ne è andata, ma anche quella che lascia tutto per tornare, rinuncia a tante cose che neanche sta a dire, si inguaia la fine del semestre universitario e quasi perde un meeting di lavoro per prendere invece il primo volo con direzione Roma.

Lo faccio, non potrei non farlo.

Come quella volta che vivevo ancora a pochi passi da te e mi hai detto “vieni”. Io ho lasciato tutto e sono arrivata, quella volta con la macchina.

Serena, Scozia

4 Comments

  1. Simona Genovali

    Quando squilla il telefono e vivi all’estero è sempre un colpo al cuore!

    1. trentazero

      Purtroppo si.

  2. Ivana Cerato

    Quando è arrivata quella telefonata che non vorresti mai ricevere, il viaggio in treno di sole 4h mi è sembrato infinito 🙁

    1. trentazero

      Quanto ti capisco, nel mio caso e’ andato tutto bene ma quella distanza mi ha ammazzata sul momento.

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