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Prima di partire ero euforica più che spaventata.
Incosciente e piena di fantasie per quel cambiamento che avevo tanto coccolato.
Dopotutto lasciar l’Italia è stato il mio piccolo parto, ne parlavamo da tanto e l’abbiamo progettato ed immaginato per un anno intero prima di salire su quel volo verso Melbourne.
Nel primo anno all’estero, penso ora guardandomi indietro, ero forse più fragile di adesso anche se forte come non mai.
Avevo preso la decisione di lasciare molte cose per andare dall’altra parte del mondo ed avevo avuto da subito chiaro cosa avrei dovuto fare.
Iniziare da capo non mi importava, anzi poi è stato catartico e bellissimo e non c’è cosa che non rifarei, sempre con lo stesso entusiasmo.
Ovviamente sapevo che, mentre noi camminavamo fieri e beati per le strade illuminate di Melbourne, alcune persone avevano di noi una ben determinata opinione. Dopotutto alcuni personaggi son fatti per guardare la pagliuzza nell’altro ed ignorare la propria trave e condanna.
Scommetto che in tanti avranno detto:”Eh, vabbè, vanno in Australia per far la cameriera ed il pizzaiolo”, che si sa, prima e dopo di noi si emigrava solo per colonizzare nuovi regni, chiavi in mano consegnate dal Sindaco in persona.
Sì, forse alcune frasi vengono pronunciate quando si ha poco e niente da dire di sé, nell’intento di voler spostare l’attenzione, volendo ridimensionare e sminuire un atto, quello di lasciar tutto, che altri invece possono considerare importante.
Ho deciso di accettare tutto questo e farmene una ragione.
Ho imparato a parlare di passato, presente e futuro.
Il mio!
Certe frasi però le ho sentite arrivare e dentro di me ero divisa.
Già di mio!
Perché sentivo di iniziare a conquistare il mondo, di integrarmi dove avevo sognato e di aver trovato tutto quello che andavo cercando.
E di contro, certo, stavo facendo la cameriera per mantenermi.
Passavo dall’orgoglio di lavorare a Melbourne (!) in inglese (!) al chiedermi quanto ci sarebbe voluto per trovare altro.
Arrivata a questo punto, due espatri dopo, ho cambiato lavoro e ripreso a studiare ma di certo non sono ancora arrivata da nessuna parte.
Sono ancora ai piedi della montagna, ma la cima la vedo ed ho tutti i mezzi per affrontare la salita.
Certi commenti e certe insinuazioni di gente annoiata, non mi toccano più, ma non voglio dimenticarmi neanche una delle idiozie ascoltate.
Non dimenticare mi è da monito per imprimermi nella mente la persona che non sono e che non vorrò mai diventare!
Ecco a voi quindi, le cinque personalità che tenteranno di farvi perder la pazienza prima e durante il vostro espatrio, nella speranza che possiate riconoscerle e trattarle come meritano.
IL NEGATIVO
Ne ho incontrati tanti ma voglio raccontarvi solo il più recente.
Un sito di Italiani all’estero ha ripubblicato il video che avevo montato per “Amiche di fuso” per parlare della possibilità di studiare qui in Scozia.
In molti, infatti, non sanno che studiare qui è gratuito e personalmente trovo che possa essere una bella possibilità, da prendere in considerazione o perlomeno qualcosa che i giovani diplomandi dovrebbero sapere prima di decidere per vie più tradizionali.
Dalla pubblicazione di quel video ricevo, quasi quotidianamente, richieste private da parte di sognatori e di adolescenti pronti a mettersi in gioco ed è per me un piacere rispondere a tutti, anche a quelli che forse non partiranno mai ma hanno, in quel momento, bisogno di chiedere e raccontarsi.
Non mi pesa per nulla prestarmi a quelle confidenze.
Ma tornando al Negativo.
Su quel sito, quel giorno, in mezzo alle numerose richieste di informazioni, un commento mi colpì, quello di uno sconosciuto che ci teneva a dire: “Non partite! Impossibile che una cosa del genere duri ancora a lungo”.
Si riferiva alla possibilità di non pagare l’Università per noi cittadini dell’Unione Europea e posso assicurarvi che non scriveva così perché la sapeva lunga sul Brexit o perché fosse particolarmente informato sulla politica locale. Parlava così perché voleva frenare gli altri.
Non sembrava esserci alcuna consapevolezza in lui, solo quel pensiero personale, un veto che aveva il bisogno di imporre.
La motivazione mi è ignota ma la cosa mi colpì!
Se io cerco di stare bene attenta nei rapporti più informali, ed ancora di più quando parlo a degli sconosciuti su internet, a non fomentare l’altro spingendolo a partire o a rimanere, mi ha stupito questo voler fermare a tutti i costi chi potrebbe prendere in considerazione un’idea che non mi sembra folle: studiare all’estero dove l’Università è gratuita e la qualità della vita not so bad.
QUELLO DEI SENSI DI COLPA
“Ma cosa dicono i tuoi nonni??”
“E se i tuoi genitori si ammalassero?”
“E se i tuoi parenti avessero bisogno di te?”
“Non pensi ai tuoi nipoti?!”
Non so se queste persone abbiano davvero rinunciato, per star vicino ai propri affetti, anche ad uscire di casa per comprare il latte, ma commenti del genere non possono che far scattare il mio istinto omicida.
Ora.
Oggi.
Perché all’inizio mi ostinavo a spiegare quanto io invece ami i miei affetti e quanto fossi devastata per quella lontananza che si andava palesando.
Ma ora è passato del tempo dalla mia partenza ed ho deciso di non sprecare più parole con chi pecca di sensibilità, tatto o altro che non sto qui a dire.
Una persona che ti pone certe domande in modo recriminatorio, sottolineando il male che fai e che farai – perché sì, i tuoi cari moriranno prima o poi e tu potresti non esserci per davvero – vuole solo giudicare, no matter what.
Delle tue risposte non se ne farà mai nulla, rimarrai sempre e solo un disgraziato che emigra all’estero per i propri vizi, per assecondare un desiderio che dopotutto poteva mettere a tacere.
Rimango una figlia, una nipote ed una zia anche dall’altra parte del mondo perché se c’è l’interesse per i proprio cari, c’è tutto, anche se in un modo dolorosamente diverso.
Con la differenza che io so che tra 10 anni non starò a rinfacciare agli altri di avermi fermata, legata come si fa ad un palloncino ad elio, stretta ad un albero, per non farmi volare via e permettermi di provare a vivere la mia vita.
IL TROLL
Questo c’è solo su internet ed è quello che deve sempre commentare a mezza bocca e mettere in dubbio, vomitando mediocrità e giudizi un po’ cretini.
E’ un personaggio che vive nei forum e nei gruppi di Facebook.
Di solito ha piacere a sporcare le cose belle ed i suoi commenti sono distruttivi ed inutili.
Don’t feed the troll!
Non lasciarti infastidire perché non credo di aver mai conosciuto un troll che, incontrato di persona, mi desse l’impressione di valer qualcosa o di esser anche lontanamente interessante.
Su internet tutti possiamo scrivere e sembrar forti, leoni.
La vita fuori è un’altra cosa e sta a noi argomentarla.
Se invece nella tua comitiva, o tra i tuoi affetti, c’è qualcuno che deve sempre rimarcare su una tua ferita, di proposito, se questo qualcuno deve sempre ficcare il dito nella piaga, consapevolmente e con una risata idiota sul viso…
Beh, lo sai, quello si chiama stronzo e non vale comunque la pena di starlo a sentire.
L’hai frequentato fin troppo.
IL BEATI VOI
Questo personaggio può sembrare meno diretto degli altri, ma il suo unico scopo è quello di non riconoscerti nulla e di innalzarsi rispetto a te, quasi fosse una competizione a cui sei stato iscritto assieme a lui, tuo malgrado.
Se tu hai ottenuto qualcosa è perché tu hai potuto.
Lui no.
Gli tagliaron le ali che era un cucciolo.
Lui non può partire, in primis.
Che a lui pare che servano solo i soldi e che questi tu li abbia trovati sugli alberi e senza rinunciare a nulla.
E se non sono i soldi, ecco che solo lui ha una famiglia e solo lui ci tiene.
Se raggiungi un piccolo obiettivo è perché sei fortunata e mai per aver lavorato sodo o magari semplicemente agito, rimboccandoti le maniche e facendo qualcosa in più.
Che può essere aver compilato una semplice applicazione online, esserti informato o esserti messo in gioco con traduzioni certificate o chissà cos’altro.
No, tutto nella tua vita all’estero ti è stato regalato e per questo hai potuto vedere realizzarsi i tuoi sogni.
Vale la pena di dar confidenza ad una persona di questo tipo?
La mia vecchia vita non mi andava bene per troppi motivi.
Se fossi stata come loro sarei ancora lì, ferma a commiserarmi e mai al mondo me lo sarei perdonato.
IL RICORDATI CHE DEVI MORIRE
Vive nella paura che tu faccia qualcosa e per ogni scenario ha in mente tre catastrofi diverse e ne parla non come possibilità ma come eventi certi.
Non lasciarti impaurire!
Sì, è vero, si può cadere, ma tutti possono rialzarsi. Anche chi crede di esser paralizzato a terra può ritrovare la motivazione per andare avanti.
Questi personaggi vivono aspettando di poter dire: “Te l’avevo detto” e, previsione negativa per previsione negativa… potrebbe anche succedere che ci prendano!
Ma nel frattempo tu starai vivendo la vita che vuoi e questa sottile differenza non ha prezzo.
Con questo post non voglio assolutamente dire che ogni parere contrario al nostro provenga da un soggetto non degno di attenzione e di rispetto.
Ho avuto bisogno di parlare, di sfogarmi e di sentirmi porre delle domande che, dopotutto, mi ero posta io stessa.
Domande delle quali avevo bisogno e da persone che hanno fatto di tutto per farmi sentire libera di esprimere le mie paure, le mie aspettative ed i miei sogni.
Si sono posti con ben altri modi ed in loro non ho riconosciuto solo l’intento di giudicare, piegare o infangare.
La differenza c’è, eccome, e queste persone, quelle da ascoltare e quelle da lasciare alle tue spalle, lo sai che ti sono attorno, lo sai chi sono.
Hai mai conosciuto uno di questi personaggi?
Se sì, non lasciarti intimidire o schiacciare.
La vita è tua e non vale veramente la pena di circondarsi di persone così.
Prendi il meglio da chi ti circonda e ricordati di chi c’è stato per te, quando le cose andavano male e quando invece andavano bene.
Se invece sei stato o sei uno dei personaggi di cui sopra: ne valeva veramente la pena di rivolgersi con queste modalità alla persona che avevi davanti?
Cosa volevi ottenere?
Serena, Scozia
[…] non erano mosse da amore, erano casomai auguri e speranze di vederci fallire e che puoi dire di persone così? Non capiscono neanche i […]
Piu’ ti conosco e piu’ ti ammiro, e mi rispecchio tanto in quello che dici. Sono un’altra romana espatriata, una di quelle che scrive senza accenti sulle lettere ma con tanti apostrofi qua e la’ perche’ ha una tastiera troppo diversa, e anche se sono finita solo qui accanto ho combattuto contro gli stessi mostri. Gente cosi’ la si trova ovunque, e fa male quando e’ qualcuno a te molto vicino, genitori o amici cari.
Io aggiungerei che a volte c’e’ un’altra figura: il fidanzato possessivo, quello che ti dice che se parti ti lascera’ perche’ una storia a distanza e’ costellata di corna, quello che cerca di legarti a se’ facendoti il muso e diventando frigido all’avvicinarsi della partenza, quello che non ha il coraggio di lasciarti andare e che ti fa partire litigata. Quello che poi alla fine non compra mai il biglietto per venirti a trovare e lo vedi solo quando torni per le vacanze, single e felice.
La vita poi ti cambia, cresci in fretta e impari tante cose lontano dalla tua comfort zone e fai tanta fatica a ricostruirti una vita tua, e anche se spesso pensi di mollare, il biglietto di ritorno non lo compri mai.
C’e’ in tutti noi un desiderio di possesso che però a volte uccide, uccide una relazione, i sogni e a volte gli altri nel loro essere. Per tante persone che riescono ad uscire dai ricatti morali ce ne sono così tante altre che rimangono invischiate. Purtroppo. Grazie per il tuo commento, hai detto qualcosa di vero, qualcosa che succede.